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10 Febbraio, giorno del ricordo: Luciana, Sergio Endrigo e le Foibe

Oggi, 10 febbraio, si celebra il Giorno del Ricordo in memoria dei martiri delle Foibe, un’altra pagina nera del Novecento dove persero la vita nel secondo Dopoguerra migliaia di italiani vittime della rappresaglia jugoslava nell’esodo di massa dalle terre istriane, scomparsi nelle “foibe”, cavità delle rocce carsiche che ancora prima fecero da drammatica cornice al dramma della Grande Guerra.

Luciana Bellini ne fa cenno nel suo libro “Parole senza capo né coda” e lo fa senza veli, in tono autobiografico, con una potente forza espressiva e un riferimento al grande cantautore Sergio Endrigo, che era di Pola: 

Per una come me che a scuola c’è stata giusto per imparà l’A B C, è normale non conosce’ o ignoralli del tutto certi fatti. Ma chi studia, chi ricerca, chi è del mestiere e certe cose le sa perché non le sparge più che pòle e meglio che si può? Così poi, anche noi popolìno ignorante, si saprebbe! E io non posso fà a meno di domandammi perché fino a qualche anno fa, non ne sapevo niente delle Foibe.

Delle Foibe non è da tanto che se ne sente parlà. Dei Profughi giuliani e dalmati… Anche Sergio Endrigo era di Pola, e oltre a tutte le bellissime canzoni che ha scritto, ce n’è una che parla di Lei: della sua città. Che non nomina e, chi ascolta, pensa che quelle parole siano dedicate a una donna:

Non so perché stasera penso a te

strada fiorita della gioventù.                                                                                                                     

Come vorrei essere un albero che sa

dove nasce e dove morirà.

Da quella volta non ti ho trovato più

strada fiorita della gioventù…

Le Foibe… ma come fai a non dubità? A non pensà che chi sapeva ha volutamente nascosto. Se così fosse, sarebbe una gran VERGOGNA.

Una vergogna pe’ coprì un’altra vergogna? Io spero non sia così.

In certi casi non ci so’ vergogne Rosse o vergogne Bianche: ci so’ VERGOGNE e basta! E tutti quei Morti, e così gli esuli Giuliani Dalmati so’ nostri e basta.