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PERCHÉ L’ “ANARCHIA DOMESTICA” DI LUCIANA BELLINI È UNA RIVOLUZIONE AL FEMMINILE

S’intitola “Anarchia Domestica” l’ultima fatica letteraria di Luciana Bellini, scrittrice scansanese conosciuta e apprezzata non solo in Maremma, e non è un caso.

L’anarchia che dà il titolo al suo ultimo libro è una parola che calza a perfezione al temperamento dell’autrice, da sempre libera e “bastian contraria”. Ma questa è un’anarchia diversa, che prende le mosse dal viaggio di Alba, una donna che riscopre dopo una vita di privazioni e sottomissione l’ebbrezza di essere, semplicemente, sé stessa.

In realtà l’opera si struttura in forma di racconti o, meglio, di pensieri slegati, che la stessa autrice definisce nel sottotitolo della pubblicazione edita da Effigi Editore “pensieri scappati di testa e di mano”. Sotto l’apparente disordine, però, si cela la potenza di una ribellione che si manifesta nello spogliarsi dalle convenzioni sociali, dai lacci del patriarcato per affermare la propria identità di donna. Luciana, in questo, conferma con coerenza il suo percorso di donna e scrittrice, mai schiava del conformismo, mai avvezza alle mode, semplicemente lei, come solo sulla carta sa esprimere e trasmettere.

In questo libro, impreziosito dalla copertina raffigurante un quadro del pittore Dino Petri, scorrono riflessioni intime che aprono il varco a una rivoluzione silenziosa, ma non per questo meno forte, per riappropriarsi di sé contro tutti, anche quando sembra impossibile. Non poteva mancare un richiamo alla memoria, tema caro all’autrice che ne ha fatto spesso il suo leitmotiv per rivangare affreschi sepolti della Maremma di ieri. In particolare, spicca il ricordo del “babbo”, figura che esce con vigore dalle pagine e commuove nel rapporto intenso e autentico con la sua “cittina”.

Nel complesso un lavoro fortemente voluto da Luciana che ha dato forma e voce, ancora una volta, alla sua anima bella.