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Da una donna alle donne: il messaggio della scrittrice Luciana Bellini

L’8 marzo è più di una data, ma la festa della donna è ancora un germe che deve “sbocciare” per dare all’universo femminile la dignità e il posto che merita. Nelle parole di Luciana Bellini prende corpo un excursus storico, visto dal basso, che vede la donna ancora succube di un mondo al maschile, tranne rare eccezioni di eroine passate alla storia. Oggi c’è ancora tanta strada da fare, anche in qualche parte di mondo dove le donne che si ribellano per i diritti più elementari sono condannate a morte, ma senza andare lontano la condizione della donna è ancora sottomessa, svilita, strumentalizzata in chiave squallida e sessista. Da donna a tutte le donne, il messaggio di Luciana Bellini è un grido di libertà e giustizia, ma anche di speranza nel cambiamento in un giorno che pesa e non deve passare invano:

“A me mi pare che siamo tornati indietro:

Quando a le donne, l’òmini gli dettero ’l permesso di votà, mi sembra d’avé capito che fossero in 21 a entrà in Parlamento. E Nilde Iotti a quei tempi lì per 13 anni ha ricoperto una de le più alte cariche dello Stato. E ’un ci mancò niente che poi la facessero Presidente de la Repubblica! La Iotti, lei era pe’ la piena uguaglianza in politica, diceva che la donna doveva uscì da quella condizione arretrata. Anche su la riforma de la famiglia ci mise lo zampino lei (sennò la Patria podestà era sempre lì, e la Dote de la moglie che se l’accapparrava il marito, uguale!). 

E Tina Anselmi? A quei tempi è stata Ministro del lavoro! La prima donna Ministro. La Anselmi aveva fatto la staffetta partigiana; era una sindacalista e da studentessa andava nelle fabbriche. E lì vedeva, ascoltava e si faceva carico delle proteste delle donne che lavoravano nelle filande. Di chi  lavorava i bozzoli di seta, la Anselmi diceva che aveva le mani lessate!

I Ministri del lavoro che so’ venuti dopo, chissà se avevano e hanno ’l vizio d’andà ne le fabbriche e, sanno come so’ le mani di chi lavora in certe condizioni?

Di Tine Anselmi s’avrebbe un gran bisogno… oltre che di tante Tine, noi s’avrebbe un gran bisogno anche di Tini!( non solo in politica…)

Io che so’ un’ignorante, non lo so quand’è stata abolita quella legge che diceva se una moglie tradiva il marito e veniva colta in flagrante: “PUM PUM PUM” , se lui l’ammazzava non veniva incriminato. La Legge dell’òmini avevano deciso che quello era un reato contro la Morale, no’ contro la persona!

Il Femminismo che parecchi ometti (e tante donnette!) criticano, s’era nato 2000 anni prima c’era da metteci la firma, maremma-diàvola… E’ grazie alle Lotte Femministe che la politica ha accelerato i tempi: la riforma de la famiglia, l’avrebbero fatta quando?

Le donne so’ quelle che in tempo di guerra hanno fatto tutti quei lavori che prima erano dell’òmini. Le donne so’ state quelle che l’òmini quando so’ tornati hanno trovato i figlioli cresciuti, i vecchi assistiti, i campi arati…

Tratto da “Parole senza capo né coda” di Luciana Bellini (Effigi Editore, 2017)

Foto di Nicola Giordano da Pixabay