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E’ uscito “Anarchia domestica” di Luciana Bellini, raccolta di pensieri in libertà

S’intitola “Anarchia domestica” l’ultima fatica letteraria della scrittrice scansanese Luciana Bellini. Fresco di stampa per i tipi di Effigi Editore il libro è introdotto da una copertina d’autore, che raffigura un quadro del pittore Dino Petri dedicato alla moglie Edda.

Già dal sottotitolo “Pensieri scappati di testa e di mano” si evince il succo dell’opera che trae spunto da riflessioni estemporanee e “spettinate” della donna-scrittrice protagonista di un viaggio verso la libertà.

Non c’è un copione prestabilito, un filo conduttore, ma una raccolta di pensieri sparsi che affondano nel profondo e si alimentano di un ponte che lega passato e futuro in un’altalena di sensazioni, dubbi e memorie dense di “pathos”.

“Alba – si legge nella presentazione dell’editore – è una donna come tante, ma con una voce che sorprende. Non perché grida – anche se a volte lo fa – ma perché pensa. Cresciuta tra dettami e “tavole della Legge” tramandate di madre in figlia, impara presto che l’òmo è òmo, che le bambine devono stare composte e che il silenzio è il primo dovere di una brava moglie”.

Un ruolo che alla protagonista sta stretto, infatti ad Alba qualcosa non torna: “Le parole che ha sempre ingoiato ora le escono dalla bocca, senza filtri. Così, pagina dopo pagina, racconta, ragiona, ricorda, ride, sogna. E sogna ali. Per lei, per le donne, per tutti. Con sguardo acuto, ironia e tanta verità, questo libro racconta le ferite e le rinascite dell’essere donna in un mondo che ancora oggi fa fatica ad ascoltare con un linguaggio vivo e diretto che esalta l’umorismo, la forza e la dolcezza del pensiero libero”.

Per dirla con un aforisma preso in prestito dalla poetessa Alda Merini, si afferma con forza la filosofia di vita dell’autrice approdata, non senza un percorso irto di ostacoli, a una nuova consapevolezza che prende corpo fra le pagine: “Dovrei chiedere scusa a me stessa/per non aver mai pensato di essere abbastanza”.