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IL “MANGIASTORIE” DI SLOW FOOD RICOMINCIA DA LUCIANA BELLINI

Riparte domani, domenica 24 luglio, il “Mangiastorie” organizzato da Slow Food Orbetello, il festival itinerante nelle aziende agricole del territorio lagunare e lo fa con un omaggio all’ultima “fatica” della scrittrice maremmana Luciana Bellini.

Non a caso la nuova edizione della kermesse orbetellana si aprirà con una serata al Podere La Retomada, che avrà inizio alle 19:30 e sarà tutta dedicata alle donne con una degustazione di prelibatezze tipiche a cui seguiranno letture ad alta voce.

Nella fattispecie, a farla da padrone saranno proprio le donne di Luciana Bellini, quelle del suo ultimo “librino” che tante emozioni ci sa regalare.

Un assaggio che è preludio di futuri sviluppi se si pensa che la manifestazione festivaliera, connotata dallo slogan “Maremma, che ci racconti?” si snoderà in una sorta di percorso a tappe dal titolo “The Road to Terra Madre” che culminerà al Parco Dora a Torino, dal 22 al 26 settembre, nientemeno che al Salone del Gusto.

Quale migliore esordio, dunque, di questa serata dedicata alle donne maremmane, protagoniste dell’ultimo libro di Luciana Bellini? Nessuna meglio di loro sa raccontarci uno spaccato della provincia maremmana del Dopoguerra, ma il bello è che nelle loro storie ci si perde e immedesima pure noi, donne moderne, ci emozioniamo con loro, ridiamo e piangiamo al racconto di quelle vite lontane nel tempo, ma vicine nel cuore.

“Le passate generazioni – si legge nella nota dei promotori – ci hanno consegnato un mondo ogni volta rigenerato, pronto per generare nuovamente. Hanno saputo conservarne equilibrio e risorse, garantendo per noi il ciclo della vita. Mentre oggi, l’esistenza delle condizioni della vita stessa per le generazione future sul nostro pianeta è fortemente minacciata. E allora dobbiamo tornare ad ascoltare le storie di ieri per capire i cammini futuri. Rinnovare le tradizioni, seguendo un modo più antico. Proprio come l’etimo della parola “tradizione” suggerisce, composta dalla particella “trans” oltre, al di là, indicante trasmissione e “dare”, consegnare.

Perché cominciare proprio dalle donne? Dai loro racconti? Le nostre nonne erano per lo più analfabete, apparentemente all’ombra dei mariti, votate al sacrificio… Ve lo diciamo con le parole di Claudia Cencini, a commento del libro che sarà protagonista della prima serata del “Mangiastorie”:

“Anche se l’omo portava i pantaloni, era la massaia, la lavandaia, la nutrice, la contadina a tessere in sostanza la tela della vita, dispensando amore ai figli, rispetto al coniuge, devozione ai vecchi, tutti sotto lo stesso tetto, ad assorbire valori trasmissibili di generazione in generazione”.