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LUCIANA BELLINI “CONQUISTA” SATURNIA

Metti un pomeriggio d’estate all’aperto in quel di Saturnia, fra sole e cultura, in una piazzetta che sa di magico e fa da sfondo alla presentazione di un libro. Il libro è “Donne di Maremma” di Luciana Bellini (Edizioni Effigi) e ieri, venerdì 8 luglio, è stato il suo giorno, un’oretta di conversazione e chiacchiere per svelarsi a una platea assorta e interessata che l’ha ascoltata e applaudita tra riflessioni, sorrisi e un pizzico di commozione.

Qualcosa di più…

Non è stata la solita presentazione didascalica e autoreferenziale, ma un momento di umiltà e poesia, perché questa è Luciana, una piccola grande donna di oggi che sa parlare di ieri senza filtri e sovrapposizioni e arriva al lettore con una ventata di emozioni contrastanti, dove convive il dolore, la gioia, ma soprattutto l’amore che tiene unite famiglie semplici di una provincia che non c’è più. A fare gli onori di casa, in rappresentanza di Banca Tema, organizzatrice dell’evento, il dottor Massimo Barbini, che “in punta di piedi” ha esordito dando la parola ai presenti.

Chi c’era

Si sono alternati al microfono, più che in veste di relatori, amici di Luciana, dalla giornalista Claudia Cencini che l’ha scoperta come scrittrice sul finire del secolo scorso ad Antonello Ricci il cui intervento appassionato e “a braccio” ha messo in luce lo spessore di questa autrice in grado di restituirci uno spaccato di Novecento non solo circoscritto alla sua terra di origine ma di un intero Paese alle prese con cambiamenti radicali. Mirati anche gli interventi di Olivia Goffredi e Petra Paoli, la prima per la sua partecipazione alla stesura dell’ultima “fatica” di Luciana, la seconda per aver lanciato alla scrittrice l’assist di una futura collaborazione in partnership con le scuole, dato l’alto gradimento riscontrato dai suoi scritti fra i bambini.

Nei suoi scritti antropologia e poesia

La giornalista Claudia Cencini ha puntato sui meriti di Luciana, in particolare su due fronti: la valenza antropologica dei suoi scritti, affresco di una società altrimenti perduta che l’autrice è riuscita a immortalare nelle sue pagine e il valore poetico del suo narrare, sempre vivo e presente fra le righe. Anche nell’ultimo lavoro Luciana è riuscita a far emergere l’esempio di coraggio e resilienza di donne semplici e solo in apparenza sommesse e gregarie.
Donne che, di fatto, hanno tenuto unito il tessuto sociale del mondo contadino e popolare del Dopoguerra e hanno contribuito, in grande misura, alla sua rinascita dalle macerie.

Su tutti lei

Ma, al di là degli interventi che hanno reso un doveroso omaggio al suo operato, la scena l’ha dominata lei, Luciana, con le sue battute e i suoi ricordi, quando ha parlato della genesi dei suoi racconti, di come ha “rubato” storie alla mamma, alla nonna e di quanto ha assorbito da bambina.
Basta chiudere gli occhi per immaginare quando entrava incantata nella casa delle bambole o, piena di meraviglia, zuppava i piedini “macchiati di celeste” nel suo primo mare. Grazie, Luciana, per le emozioni che ci dai con il tuo scrivere, continua a farci questo regalo che non ha prezzo.